
Fuga dalla città: sulla ciclabile del fiume Serio.
Minimo sforzo, massima resa. Per chi vuole respirare un po’ di aria pulita e vuole conciliare il poco tempo a disposizione con un’escursione semplice ma entusiasmante, una pedalata lungo la ciclovia del fiume Serio è l’ideale. Noi, in una giornata nuvolosa di inizio maggio, abbiamo percorso il primo tratto che va da Bergamo Bassa ad Albino, “città dei Moroni”, aiutandoci con la guida Le ciclabili, Da Milano a Valbondione, Maurizio Panseri, Lyasis Edizioni.
Scheda tecnica
Percorso: ciclovia da Bergamo Bassa ad Albino (Val Seriana)
Lunghezza del percorso: 24 km circa andata-ritorno
Metri di dislivello: 90 circa (Bergamo Bassa: 249 mt di altitudine; Albino: 342 mt)
Difficoltà: Facile; anche con bambini piccoli
Mezzo: in bicicletta elettrica o muscolare, sia citybike che mountainbike; la strada è percorribile anche a piedi e con passeggino
Terreno: su asfalto da Bergamo fino a Ranica; su sterrato da Ranica ad Albino
Tempo di percorrenza totale: circa 2 ore e mezza (con l’aiuto della pedalata assistita e con tante tappe foto/video/relax)
Periodo: tutto l’anno. È meglio optare per le giornate in settimana per evitare assembramenti, tanti pedoni e quel caos che poco piace a chi vuole la tranquillità.
Meteo: anche se è nuvolo, niente paura: si suderà meno! Ricordiamo la regola appresa alle elementari: vestirsi a cipolla e munirsi di giacca a vento e ombrellino portatile.
Consigli: portarsi una borraccia di acqua fresca: unica pecca è la mancanza di fontanelle lungo il percorso. In ogni caso, non mancano punti di ristoro nei paesi attraversati. Noi consigliamo una tappa al Fabric, bar spazioso e all’aperto del Parco Avventura di Torre Boldone che affiancheremo lungo l’escursione (Ottima tappa adrenalinica! Consulta gli orari e i prezzi qui: Il Parco di Torre Boldone – Parchi Avventura Bergamo). Per chi, intanto, vuole farsi un aperitivo, il cartello parla forte e chiaro: “Trovi birre ghiacciate come il cuore della tua ex!”.
Noleggio biciclette (elettriche e muscolari): al super attrezzato Barcicletta (“non solo bar” che si costeggia lungo la ciclabile ad Alzano Lombardo).
Curiosità: Il tracciato ricalca in gran parte il sedime del trenino che negli anni ’60 trasportava il materiale dalle cave di Albino e Pradalunga fino ai forni del cementificio Pesenti di Alzano. Oggi, invece, “affianchiamo”, soprattutto all’inizio, il pratico tram che da Bergamo porta fino ad Albino!

Diario di viaggio
Oggi, stranamente, le previsioni non danno pioggia: ne approfitto per pedalare sul Serio. In realtà, grazie alla pedalata assistita, sarà una gita veloce all’insegna della calma. Ma voi potete fare i seri e optare per la bici muscolare. Se però avete poco tempo a disposizione, in settimana, l’e-bike è ciò che fa per voi.
Allaccio bene il casco, mi ricordo l’indispensabile Le ciclabili… e parto all’avventura!
Grazie al libretto pratico con le sue indicazioni puntuali e con la cartina intuitiva, posso godermi la pedalata su una strada che solo inizialmente – dalla stazione di Bergamo a Torre Boldone, manca qualche tratto di ciclovia lungo la TEB – si interrompe così da rimanere sulla via Corridoni: qui bisogna essere molto prudenti! Ma niente paura: dopo aver attraversato i binari del tram in località Martinella, si imbocca sulla sinistra la ciclabile che affianca il “trenino delle valli”, una delle invenzioni più azzeccate di Bergamo. Ogni tanto, riconosciamo le cose che funzionano, in Italia!
Mentre sento il vento sulla mia faccia, mi sento così libera e per niente preoccupata: da ora in avanti, mi troverò su una strada autonoma, non nel traffico sostenuto che ormai è tornato ai livelli (a)normali. Infatti, a Torre Boldone, anche il Viale Lombardia si è munito di una ciclabile dall’asfalto “liscio come l’olio”: sembra quasi di volare! La percorro senza ansie e, al suo termine, eccomi finalmente alla ciclopedonale sul Serio.
Per chi, infatti, si sta chiedendo il senso del gioco di parole del titolo, ricordiamo che da un certo punto si inizia a scorgere quello che presto sarà il Serio, un fiume esteso dalle acque verdi e cristalline che non ha nulla da invidiare al mare della Sardegna. Quasi, dai. Lungo una strada campestre arriviamo a La Patta, la attraversiamo e costeggiamo la roggia Morlana: finalmente un po’ di acqua e no, questa volta non dal cielo che sembra fare il bravo…

Giunta allo svincolo e al sottopasso con la strada provinciale, ho due opzioni: se procedo dritto arrivo alla stazione TEB di Ranica da dove parte la variante Ranica – Alzano – Nembro, se voglio continuare sulla ciclabile del Serio scendo all’attraversamento pedonale. Decido che, visto che mi piace cambiare, all’andata faccio una variante e al ritorno l’altra. Geniale, no? In ogni caso, questa biciclettata merita perché ci permette di catapultarci quasi in un mondo parallelo, dove ci riappropriamo del tempo lento e dello spazio ampio, caratterizzato ovunque da un polmone verde brillante, anche se la luce del sole, oggi, non sembra stare molto dalla nostra parte: è già tanto che non piova.
Ecco, ho parlato troppo presto: proprio mentre attraverso il Serio su un imponente ponte ad Alzano, le sento. Due goccioline d’acqua. Non so bene cosa fare: proseguo o torno a casa? Ok che non voglio pedalare sul Serio, ma cosa saranno mai due gocce d’acqua dopo le secchiate versate negli ultimi giorni? E così, vado avanti. Che arcobaleno di tonalità mi sarei persa!?!

Dopo un attraversamento pedonale su cui stare molto attenti, mi reimmergo nel verde, nel parco fluviale che ospita uno skatepark colorato ma oggi deserto. Non sono tante le persone che incontro in questa “fuga dalla città”, ma due mi colpiscono subito. Uno è un pensionato seduto su una panchina ad ammirare la limpidezza dell’acqua, all’altezza di piccole cascate, dove nuotano cigni e anatroccoli. Mi fermo anch’io a contemplare le meraviglie della natura, come se poi non lo stessi già facendo! Ma oggi non è mai abbastanza: ho bisogno di una bella scorta di aria pulita e di voce del silenzio, anzi, della natura. Il secondo è un pescatore paziente che incontro, subito dopo, su uno dei tanti ponticelli che attraverso oggi. Ce n’è per tutti i gusti: ponti moderni, antichi, di legno, di ferro, fino a quello romanico che mi aspetterà al traguardo.
Niente “spoiler”: torno alla bellezza dei colori che riesce sempre a regalare il fiume Serio, anche in una giornata non soleggiata. Peccato non poter bagnare i piedi in quelle spiaggette di sassi che fanno capolino tra una vegetazione quasi ingombrante. Non che il trionfo del verde speranza mi faccia sentire male, anzi: penso questo mentre alzo lo sguardo verso gli alti cavalcavia da cui proviene il rumore delle macchine sulla superstrada, appena oltrepasso le ciminiere di un altro “gigante”, l’ex cementificio Pesenti, ora patrimonio d’archeologia industriale della valle.
Passo sotto il viadotto della superstrada, attraverso il torrente Gavarnia, proseguo dritto lungo quel fiume che non smette mai di sbalordirmi con il suo tripudio di tonalità di verde e azzurro. Arrivata all’ennesimo ponte ciclabile, prendo la deviazione per Nembro e mi ritrovo sulla sponda opposta del Serio.
Oltrepasso Pradalunga, famosa in tutto il mondo per la produzione storica di Pietre Coti, e mi avvio al traguardo: ormai mancano 2,5 km, posso farcela! Che poi, sto usando la pedalata assistita (ok, sul livello di assistenza 2, quasi mai sul 3, ma non starò mica spingendo davvero!?!), ma sono giustificata: ho poco tempo a disposizione, “devo fatturare”, mi piace assaporarmi il paesaggio incontaminato e cogliere ogni dettaglio possibile. Ma l’ultima “tappa” non potrebbe non vederla neppure una persona distratta: il ponte romanico fa da porta al traguardo del nostro viaggio e della tramvia TEB, Albino, culla del pittore Giovan Battista Moroni, famosissimo ritrattista “di azioni” del Cinquecento.
E mentre scatto un’altra (sarà la duecentesima) foto, mi colpisce notare l’antico e il moderno affiancati: un ponte medievale, quello che percorro io come i ciclisti e una scolaresca a piedi entusiasta, corre parallelo a quello recente su cui sfrecciano automobili.

E ancora, l’ultima volta, quando arrivo a destinazione, al capolinea del tram, noto, sorpresa, che ci sono tante ruote e rotaie ben sfruttate ed ecosostenibili che ci invitano “a bordo” per lasciare a casa, almeno oggi, l’automobile. Quanta bellezza mi sarei persa, per esempio, oggi? Quanta i pendolari del tram e quei lavoratori che possono scegliere questa ciclovia per raggiungere l’ufficio e guadagnare in salute fisica e mentale?
Questo è il nostro invito per voi: scoprite le meraviglie appena fuori casa. Io, bergamasca “DOC”, ho appena avuto accesso a un nuovo mondo quieto… a chilometro zero! Ho appena potuto sfruttare qualche ora libera per sentirmi un pochino più libera io, una volta disconnessa dai social e connessa alla pura realtà.
NB. Oggi, complici il poco tempo a disposizione e quel cielo poco raccomandabile – il Sole, alla fine, è spuntato sulla via del ritorno: meglio tardi che mai! -, ho seguito sempre la ciclovia e non ho mai deviato per i centri storici interessanti. Su Le ciclabili, sono ben indicate le tappe da non perdersi. Fate attenzione agli orari e alle norme vigenti: informatevi sui vari siti!