Giro alla Rotonda di San Tomè

Gita nel verde, tra natura, storia e arte: dalla Città Bassa di Bergamo lungo le ciclabili della Morla e della Quisa fino alla chiesa romanica di Almenno San Bartolomeo.

Per chi vuole scappare dallo smog della città, senza andare lontano, questa è una gita perfetta. Nel cuore pulsante di Bergamo, un enorme polmone verde aspetta soltanto di essere visitato. Noi amiche da una vita, un tempo coriste, questa volta abbiamo sentito il richiamo di una musica speciale: quella rilassante della natura che ci ha accolte, coccolate e fatte divertire a tutta velocità, in sella alle nostre bici elettriche. Per chi cerca una Svizzera in miniatura a pochi passi dal proprio condominio, questo è il luogo giusto.

Scheda tecnica:

Percorso: GreenWay della Morla e della Quisa: Bergamo – Sombreno + strade non ciclabili da Sombreno a San Tomè (Almenno San Bartolomeo)

Lunghezza del percorso: 35 km circa andata-ritorno

Metri di dislivello: 140 m circa totali

Difficoltà: Facile con bici elettrica; media difficoltà con bici muscolare

Mezzo: in bicicletta elettrica o muscolare, sia city-bike che mountain-bike; la strada è percorribile anche a piedi e con passeggino

Terreno: soprattutto su asfalto (95 %); qualche tratto su sterrato adatto anche a una city-bike elettrica e una classica Spillo.

Tempo di percorrenza: circa 4 ore e mezza (con l’aiuto della pedalata assistita e con tante tappe foto/video/relax); a piedi, consigliamo solo la prima parte (20 km totali circa)

Periodo: tutto l’anno, ma sono da preferire soprattutto queste prime giornate di caldo piacevole. È meglio optare per le giornate in settimana per evitare assembramenti. L’unico aspetto negativo: la rotonda di San Tomè è aperta solo il weekend: vi perdete metà dello spettacolo!

Meteo: preferibilmente col sole. Mettete la crema solare perché, anche se spesso sarete all’ombra, non mancheranno momenti al sole. Vi abbronzerete senza accorgervene, meglio di così…

Consigli: portate una borraccia (o più) di acqua fresca. Unica pecca è la quasi totale mancanza di fontanelle lungo il percorso. Questo è un itinerario adatto a tutti, suggerito soprattutto a quei bambini che stanno imparando ad andare in bicicletta ma anche a chi è più pratico e ha voglia di sentire la strada scorrere sotto i suoi pedali. E, ovviamente, a famiglie, coppie di amici, amiche e fidanzati stufi del caos che si respira in città. A tutte le età!

Curiosità: Chi vuole conciliare sport e divertimento potrà far tappa, lungo il percorso, al parco faunistico Le Cornelle (Valbrembo). Per informazioni più dettagliate, consultate Le ciclabili o 44 Passi nelle Valli Bergamasche di Lyasis Edizioni. Per indicazioni precise con tanto di immagini, cliccate qui!

Oggi sono più felice che mai: ho convinto una mia cara amica a farmi compagnia in una gita sulle due ruote ecologiche. Sono ancora più entusiasta quando la sento urlare di gioia appena sente il motore spingerla: la prima volta non si scorda mai! Chiara è atletica, parte avvantaggiata. Oggi le sembrerà una passeggiata questa gita all’insegna del relax. È una bella giornata primaverile, finalmente, e non ci sembra vero ma il sole splende alto nel cielo. L’ha portato il sorriso contagioso di Chiara.

Partiamo da casa mia, in centro a Bergamo bassa. Il momento che più non sopporto di queste gite è l’inizio. E la fine. Perché è proprio vero: in città manca ancora una certa attenzione alla mobilità sostenibile. Noi ciclisti siamo odiati, me lo sento, quando pedaliamo a velocità sostenuta sulle bike lane, l’invenzione degli ultimi mesi non apprezzata dai più. Io, che amo guardare il bicchiere mezzo pieno, mi accontento: la bike lane serve per abituare l’automobilista a vedere i ciclisti sulla carreggiata. E a insultarli ancora di più perché gli portano via spazio…

Ma non ho voglia di far la polemica, almeno non oggi. Pace: questa troveremo appena imboccheremo la ciclovia all’altezza dello SportPiù di via Baioni (venendo da Bergamo, appena dopo, sulla sinistra). Siamo finalmente sulla Ciclabile della Morla, torrente che serpeggia nella città di Bergamo. Da ora in poi, per almeno 10 km, rimarremo su una delle ciclabili più belle e meglio mantenute della Lombardia – grazie al lavoro del Parco dei Colli e del Comune –, dedicata interamente ai pedoni e ai ciclisti. L’unica nostra premura sarà di mantenere sempre la destra, soprattutto nei punti più stretti, e non esagerare con la velocità: non mancano le persone a piedi o di corsa. Ecco perché consigliamo questo itinerario in settimana… La ciclopedonale è di tutti: non lamentiamoci se nel weekend non possiamo sfrecciare!

Cominciamo a rilassarci, senza più l’ansia del traffico, nel primo tratto largo di ciclovia che si addentra dentro Valverde: un nome, una garanzia. Com’è possibile? Siamo nel cuore della città, eppure lontani dai rumori del traffico. Magia. La strada comincia già in salita, ma niente paura: sulla potenza 3 e su un cambio agile a destra, in un attimo siamo su senza sudare. Una discesa piacevole ci porta su alcune curve larghe e su un’ampia vista che si apre sulle mura di Città Alta, patrimonio Unesco, ciliegina sulla torta di questo tuffo nell’incontaminato. Se saremo attenti, potremo cogliere la Rocca, meta prediletta dagli innamorati.

Ma quello che qui domina, ai piedi della possente fortezza medievale, è il trionfo della natura, che ci abbraccerà almeno fino a Sombreno. La ciclabile, dopo qualche tratto su ponti lignei sospesi sul Morla, una cappella votiva, alberi a volontà, una lepre che ci attraversa la strada e qualche scorcio sull’acqua limpida, si interrompe, appena dopo un’area cani, su via Maironi da Ponte che attraversiamo con la bici a mano. Riprendiamo la ciclabile che comincia a pochi metri sulla sinistra delle strisce pedonali.

Non serve avere Google Maps con noi, per ora. Basta seguire la ciclabile fino a un ponte di legno lunghissimo in leggera salita immerso nella radura, per poi ritrovarci alla località Pontesecco/Castagneta. Qui, dopo una breve discesa, finisce il primo tratto della Greenway della Morla: ci troviamo davanti, perpendicolare, una strada asfaltata, che imboccheremo sulla sinistra. Poco oltre, dopo 200 metri circa, sulla destra riprende (cartelli ben in vista) la ciclabile più “mossa”. A colpire la nostra attenzione non è solo il Monastero di Valmarina – oggi sede del Consorzio del Parco dei Colli e del mensile mercato agricolo – ma anche la corona delle Orobie, dietro, a fare da sfondo suggestivo di questa fuga dalla città. Il monastero, convertito poi in fattoria, molto meno conosciuto di quello più noto di Astino, fu usato dalle monache benedettine fino al Quattrocento, quando decisero di trasferirsi in città.

Noi, oggi, compiamo il viaggio opposto e ci “trasferiamo” in campagna, anzi, in collina: dopo aver incontrato il primo cartello (seguiamo le indicazioni per Sombreno e quindi proseguiamo dritti; chi vuole fare tappa al Colle dei Roccoli deve prendere il sentiero a sinistra), bastano pochi metri per accorgerci che la strada si fa ripida ma anche più divertente, con tanto di adrenalinici saliscendi. Tra piccole aree didattiche adatte ai più piccoli, vecchi appostamenti venatori, salutiamo presto il soleggiato pendio dei vigneti Moroni e divalliamo sotto costa circondati da altri orti e vigneti. Se abbiamo un po’ di tempo e voglia di ricordare la Grande Storia, possiamo visitare il Monumento dei Caduti dell’Eccidio di Petosino (cartelli), dove, quasi ottant’anni fa, si consumò un cruento evento di Resistenza al Nazifascismo che portò alla morte di 10 giovani partigiani. Se abbiamo dei bambini, può essere molto istruttiva questa fermata…

Dopo la dovuta sosta educativa, ci meritiamo i cinque tornanti chiamati “dello Stelvio” che, corti e in forte discesa, impegnano noi ciclisti. Non pensiamoci ancora che, al ritorno, sarà tutta salita. E poi, noi possiamo contare sull’e-bike! Piuttosto, ammiriamo i boschi adulti di faggi, carpini e castani che creano davvero un’atmosfera di “Svizzera in miniatura”: ma siamo davvero in provincia di Bergamo? In località Mulino, la discesa termina insieme alla Greenway: qui comincia la ciclopedonale della Quisa (2 km). Prendiamola verso sinistra, in direzione Sombreno. Poco dopo, fiancheggiamo il Centro Ippico Il Quadrifoglio, che organizza corsi di equitazione per bambini con cavalli docili. Qui possiamo dissetarci all’unica fontanella finora incontrata: approfittiamone! Un’altra possibile fermata lungo l’itinerario può essere il maestoso santuario della Madonna di Sombreno, da cui si gode di una bella veduta panoramica, se quelle che già viviamo non ci bastano.

Purtroppo per noi, la ciclabile finisce all’altezza di Sombreno. Da qui, dovremo intraprendere parecchi chilometri su strade trafficate. Ma per chi ha una bella giornata libera davanti, non può mancare il proseguimento sulla Ciclabile del Brembo, con il nuovo tratto che va da Almè a Sedrina, appena intitolato a Felice Gimondi, così da poter continuare a pedalare in sede propria lungo le acque verdi di questo imponente fiume. Noi, oggi, abbiamo altri programmi: ci aspetta la Rotonda di San Tomè, splendido esempio di struttura religiosa romanica dalla particolare forma circolare.

Una volta giunti nel centro di Sombreno, impostiamo come riferimento su Google Maps via Manguzzo (Paladina) e poi le Cornelle; in questo modo, passeremo il provinciale Dalmine-Villa d’Almè con uno strategico sottopasso ciclopedonale. Continueremo per alcuni chilometri lungo strade comunali poco trafficate, ma su cui consigliamo comunque la massima attenzione. Una volta giunti al Parco Faunistico, chi vorrà divertirsi parcheggerà la sua bici elettrica a cui sfilerà la batteria e si godrà il contatto ravvicinato con fauna di ogni dove e con qualche eccitante “nuovo arrivo”. Il Parco ha appena riaperto i battenti, dopo mesi difficili… Perché non guidare i nostri bambini in una bella lezione di zoologia sul posto? Chi avrà poco tempo a disposizione, come noi, imposterà il ponte di Briolo come nuovo riferimento e, poi, la Rotonda di San Tomè. Gli ultimi tratti di strada, sfortunatamente, sono parecchio trafficati…

Ma ne vale la pena! Un viale alberato e giardini curatissimi sono il fiore all’occhiello di questo gioiellino eretto tra l’XI e XII secolo, sui ruderi di una precedente chiesa. Se già l’esterno ci colpisce, è l’interno, coi suoi giochi di luce studiati con attenzione com’era tipico di quell’epoca, la vera chicca: ogni giorno la luce zenitale, che piove dalla lanterna sommitale, crea continue atmosfere che sottolineano l’unicità del luogo e invitano al silenzio.

Che quiete, qui: ci voleva proprio. Ci gustiamo il nostro pranzo al sacco nella calma del posto, rafforzata dagli spazi dell’originario monastero femminile a ridosso della Rotonda, mentre pensiamo che la nostra Lombardia ha una piccola, grande storia in ogni angolo. Basta solo fermarci anche solo un po’…

Ritorniamo a tutto sprint (con il livello massimo di assistenza 3), quando ci accorgiamo che ormai è tardi e la città di Bergamo ci chiama a sé per il nostro pomeriggio lavorativo. E anche per oggi, la nostra dose di ossigeno l’abbiamo presa…