
Lunga pedalata lungo l’antica ferrovia: dalla Città Bassa di Bergamo sulle ciclabili della Morla, della Quisa e della Val Brembana fino a Cornello dei Tasso (Val Brembana)
Scheda tecnica:
Percorso: GreenWay del Morla e del Quisa + Ciclovia della Valle Brembana da Almè (294 m) a Cornello dei Tasso (800 m), sopra Camerata Cornello (570 m)
Lunghezza del percorso: 65 km circa andata-ritorno
Metri di dislivello: 700 m circa totali; per la salita a Cornello dei Tasso bisogna andare a piedi. Si parcheggia la bici appena sotto al percorso pedonale per il borgo di Cornello dei Tasso (località Camerata Cornello).
Difficoltà: Media con bici elettrica; difficile con bici muscolare.
Mezzo: preferibilmente in bicicletta elettrica, sia city-bike che mountain-bike; la strada è percorribile anche a piedi e con passeggino ma è molto lunga e con una certa pendenza: nel caso si può optare “solo” per alcuni tratti.
Terreno: soprattutto su asfalto; qualche tratto su sterrato adatto anche a una city-bike.
Tempo di percorrenza: circa 5 ore (con l’aiuto della pedalata assistita e con tante tappe foto/video/relax).
Periodo: tutto l’anno, ma sono da preferire soprattutto queste prime giornate di caldo piacevole: le tante gallerie dentro cui pedalerete e la brezza di montagna e di fiume vi doneranno un po’ di refrigerio; la pedalata vi regalerà un bel po’ di vento in faccia. È meglio optare per le giornate in settimana per evitare assembramenti. Ricordatevi che la strada è di tutti e il pedone ha la precedenza.
Meteo: preferibilmente col sole: mettete la crema solare! Portate una giacca a vento/ un foulard da indossare soprattutto nella parte alta della ciclopedonale e lungo le tante gallerie illuminate. Vestitevi a cipolla: il meteo è molto variabile in questa valle.
Consigli: portate tanta acqua. Unica pecca è la quasi totale mancanza di fontanelle lungo il percorso. Non mancano comunque i bar lungo gli abitati che costeggerete lungo la ciclovia. Si consiglia la massima attenzione nel tratto di Zogno, unico punto in cui manca la ciclabile, ultimamente ancor più pericoloso per un cantiere (che dovrebbe terminare a breve).
Si consiglia di valutare l’andamento del traffico e scegliere se optare per stare sul marciapiedi (regolare la velocità: in teoria non si potrebbe) o sul provinciale. La ciclabile riprenderà all’altezza del mercato comunale di Zogno. Ricordiamo di indossare, ben allacciato, il casco, anche sulla ciclovia. Non è ancora obbligatorio secondo il codice stradale, ma speriamo lo diventi ben presto…
Curiosità: Da Almè inizierà la ciclabile del Brembo, che porterà i più infaticabili fino a Piazza Brembana. Il nuovo tratto da Almè a Zogno è stato completato due anni fa e intitolato il 31 maggio scorso a Felice Gimondi: per saperne di più sul grande ciclista e sul mondo delle biciclette, un’interessante tappa può essere il Museo del Falegname di Tino Sana, ad Almenno San Bartolomeo (BG).
Gran parte della ciclovia che percorriamo ricalca l’antico sedime della ferrovia della Valle Brembana in funzione fino al 1966: se volete vederne un “relitto” aguzzate la vista nei dintorni di San Pellegrino. Una spia evidente che non vi abbandonerà mai è invece la ricchezza di gallerie scavate nella roccia ben illuminate: sono le stesse dentro cui scorreva il treno.
Cornello dei Tasso, importante luogo commerciale fino al Cinquecento (qui passava la Via Mercatorum), cominciò il suo declino dopo che fu costruita la Via Priula nel 1592. Isolato come Savogno, è un borgo medievale rimasto quasi inalterato fino a oggi. Il paese, che si vede anche dalla ciclovia, appare ancora come una fortezza a strapiombo sul Brembo, a prova di nemici. E del nostro fiato!
Per informazioni più dettagliate, consultate l’itinerario 15 di 44 Passi nelle Valli Bergamasche.

Doveva essere “un giretto tranquillo”. Ma, alla fine, la ciclabile della Val Brembana ci ha attratto a sé. Dovevamo arrivare a Clanezzo e mangiar sul fiume, ma la tanta gente – che d’altronde ci aspettavamo, è festa! –, il freschino e l’orario ci fanno optare per continuare la ciclabile. “Dai, andiamo un po’ più su, arriviamo almeno fino ai ponti di Sedrina”: tra gallerie, ponti di ferro, cavalcavia imponenti di cemento sotto cui passiamo, punti a strapiombo sulle acque verdi del Brembo, andiamo oltre e arriviamo nell’abitato di Zogno.
Mentre pedalo penso che, quando passo di qui in macchina per salire a Oltre il Colle, mi perdo un gran bello spettacolo. A Zogno, però, per un attimo mi risento di nuovo “a casa”. Clacson, il rumore dei motori accesi, code nervose di macchine. Che noi sorpassiamo allegramente, a bordo delle nostre bici elettriche. L’unico punto pericoloso su cui mantenere altissima la concentrazione è proprio questo, ma per fortuna dura poco.

All’altezza del mercato comunale, ben segnalato, il tratto della ciclabile del Brembo che conta di dieci anni di vita riprende costeggiando il fiume, ora ben in vista; siamo quasi alla sua altezza e riusciamo quasi a toccarlo. Sopra di noi, sentiamo fiumi di automobili: quanto non ci mancano! Ma, se ci manca la strada, qui non saremo delusi: sembra quasi di essere su una statale vera e propria, con un manto liscissimo, tanto di corsie e strisce… Insomma, una bella ciclabile.
E finalmente, eccoci a un vero e proprio gioiellino su cui non ci soffermiamo quando siamo al volante: la stazioncina di Zogno. Proviamo a immaginare che qui, un tempo, passava il treno. E ora passiamo noi, ciclisti in erba, veri e propri, famigliole allegre a piedi, un bel po’ di gente che ha voglia di riappropriarsi della normalità. E dell’aria aperta. Qualche curva in leggera salita ci porta su un ponte chilometrico: ammiriamo, sotto di noi, le acque poco profonde e cristalline del Brembo che poco hanno da invidiare al mare ligure.
Il contatto ravvicinato con la natura continua, non appena ci lasciamo alle spalle il caos di Zogno e ci troviamo sulla sinistra orografica del fiume. Da qui, mentre pedaliamo, possiamo ammirare, quasi come in una diapositiva, le montagne e i piccoli centri abitati che scorrono a fianco a noi. Prepariamoci, qui, a qualche allegra salita, che quasi non si sentirà con l’assistenza sul 3.
Stiamo salendo, e non poco: il pendio è leggero, ma si sente. Un brevissimo tratto a San Pellegrino Terme va fatto sulle strade comunali. Ammiriamo il trionfo del liberty nella famosissima San Pellegrino, dall’altra parte del fiume, che prima ci accoglie con un “museo ecologico dell’acqua” del noto marchio… Ed eccoci finalmente davanti al maestoso casinò e alla sede delle QC terme che con le sue due torri svetta su tutto l’abitato. Per chi vuole concedersi una pausa rilassante, questo è il posto adatto: è finalmente riaperto dopo mesi di chiusura.

Ma noi oggi optiamo per la fatica. Siamo belle cariche: ci aspetta Cornello dei Tasso, meta decisa all’ultimo. E si sa: le cose inaspettate sono sempre le migliori. Infatti, dopo il famoso abitato di San Giovanni Bianco, tra passerelle e gallerie in cui si sente un’escursione termica pazzesca, quello che si apre ai nostri occhi è un panorama sorprendente: un vero e proprio canyon selvaggio, dentro cui si snoda il grosso e verde Brembo. Peccato non riuscire a fotografarlo bene, per via delle recinzioni di protezione: siamo infatti molto alte rispetto al fiume, ci sembra quasi di volare.
Ancora un po’ e arriviamo a Camerata Cornello. Qui, bisogna lasciare la ciclovia e deviare per i cartelli della casa natale dei Tasso. Si esce sulla sinistra, si sale una strada che curva in salita verso sinistra, ci ritroviamo sul provinciale che però non prendiamo: a fianco, scorre una ciclopedonale protetta. La imbocchiamo, sempre a sinistra, e dopo qualche metro ecco il sentiero pedonale che ci attende (È tutto ben segnalato). Parcheggiamo la bicicletta e saliamo a piedi, per l’ultimo sprint lungo una mulattiera che ricorda molto quella di Savogno.

E infatti, anche questo borgo medievale è rimasto quasi incontaminato, più conosciuto ancora di Savogno, perché culla della famiglia dei Tasso, che inventarono il sistema postale europeo. E diedero vita a un grande genio letterario: Torquato Tasso, ricordato da una stele che ci accoglie sulle “ruine” dell’Antica Dimora dei Tasso nella parte meridionale dell’abitato.
Ma prima di dedicarci alla famiglia, il paese si apre con una strada porticata: è proprio qui che si teneva il mercato durante il Medioevo. Qui passava infatti la Via Mercatorum, un antico tracciato quasi transnazionale, con lo scopo di superare le Orobie e di scollinare nelle terre del nord fino a Coira. Altro porticato che consigliamo di visitare, più in su, è quello di Averara, sopra Piazza Brembana. Segnatevela per una prossima gita!
Ammiriamo la “mutatio”, antica stazione di cambio dei cavalli, di sosta e di commercio. Sotto gli archi possiamo trovare quegli spazi che ospitavano le botteghe del maniscalco, del sellaio e del magazzino merci fino all’osteria. Oggi sono luoghi convertiti nella sede del Museo dei Tasso, quella del poeta Torquato e dell’intraprendente Bernardo, che ripercorre le origini delle poste in Europa.
Con calma, colleghiamoci alla lentezza di questo luogo: diamo un occhio alle sale del museo, ai vicoli del borgo, ai ballatoi con vasi di fiori e meravigliose rose rosse, alla chiesetta dei Santi Cornelio e Cipriano, alla torre campanaria che è ora in ristrutturazione. Chi ha fame può fermarsi a mangiare alla Trattoria Camozzi, che offre casoncelli, funghi e selvaggina. Noi facciamo “quelle vere” e ci gustiamo il nostro pranzo al sacco con vista sul Brembo, pronte per il rientro, quasi tutto in discesa… Ma se avete ancora tempo, forze e batteria a sufficienza, non manca molto per arrivare prima all’Agriturismo Ferdy di Lenna e poi a Piazza Brembana.
